Ormai sono sei mesi che viviamo a Taipei, e posso dire di aver cominciato ad avere i miei punti di riferimento, le mie comfort zone che sono così importanti quando si vive in un posto nuovo… Ho trovato delle amiche, dei ristoranti e dei negozi che mi piacciono, un coffee shop vicino casa, una tata per la mia piccola: e ho scoperto che non si sta affatto male.
Piccolo chiarimento: io sono una che soffre il cambiamento (direte voi, ottima scelta quella di una vita expat. Lo so, va in coppia con quella di abitare puntualmente su delle isole quando in realtà ho la fobia di volare). Ad ogni trasloco mugugno qualche settimana e poi mi adatto, e solitamente riesco sempre a trovare dei buoni motivi per farmi piacere la nuova città . Sono poi convinta fermamente che siano le persone a “svoltarti” il posto: ad esempio, a Tokyo, il cui solo nome suscitava in ogni interlocutore un “wow che bello, Tokyo, il Giappone, che fortuna, che posto magnifico” ho avuto qualche difficoltà nel mio consueto networking, mentre nella piccola e misconosciuta Taipei, con i suoi pochi (rispetto ad altre realtà asiatiche) expat, sono già in buona compagnia.
Siamo arrivati ad Ottobre 2016 e tutto mi sembrava orribile: la città bruttarella, il caldo asfissiante, le difficoltà per trovare l’appartamento che ci hanno portato ad una ricerca davvero lunga e faticosa per arrivare ad un risultato che comunque ancora oggi non mi convince (e andrà difatti cambiato, nonostante la prospettiva di un nuovo trasloco non mi sorrida affatto), incinta di sette mesi e in preda ad ormoni impazziti. Poi la bimba e le difficoltà delle prime settimane... oggi mi rendo conto che non si sta affatto male e mi piacerebbe che Taipei e Taiwan fossero più conosciute anche a livello turistico.
Ecco di cosa mi sono innamorata qui:
1 – la calma, il senso di “no rush” che mi ricorda un po’…casa. Taipei è una grande città (soprattutto a livello di superficie) ma è anche un villaggio, e i taiwanesi sono ben lungi dall’essere stressati. Per me, abituata agli Hongkonghini e Tokyoiti, è stata una piacevole sorpresa. Il marito riesce persino a fare una pausa caffè, impensabile nell’ufficio giapponese l’anno scorso! Un amico siciliano ci disse che si trovava benissimo qui perché si sentiva a casa!
2 – la dolcezza coi bimbi, e le infrastrutture dedicate a loro: la mia Beatrice è continuamente oggetto di sorrisi e gentilezza (e ogni tanto qualcuno butta una mano nella carrozzina per accarezzarla, cosa che, sono onesta, un pochino mi da fastidio), viene accettata in quasi tutti i ristoranti e quando sarà un pochino più grande non le mancheranno i divertimenti: ci sono giochi per bimbi e parchetti ovunque, anche indoor (qui piove molto, e a volte per settimane di seguito), persino bar con aree gioco dentro, che permettono alle mamme di prendere un caffè mentre i pupi si divertono, playdate, corsi di nuoto e yoga… tutto a misura di bambino. Taipei sarà pure un po’ noiosa, ma coi bimbi ci sa fare.
3 – i servizi, uno su tutti la sanità pubblica: il governo investe molto su questo e mi raccontavano che gran parte delle tasse vanno appunto e coprire le spese sanitarie. La sanità è quasi gratuita (si pagano piccole cifre, come una sorta di ticket nostrano) e di ottima qualità , cosa davvero rara in Asia, visto che in molti paesi chi non ha un’assicurazione privata…si arrangia.
4- forse non condivisibile per tutti ma… il cibo. Amo molto il cibo cinese e lo street food taiwanese è per me una delizia, nonostante una volta tornati a casa urga cambio abiti totale causa odori molesti e cotture aggressive 🙂
5- la sicurezza. A Taipei non succede mai niente, nel bene e nel male! Posso tornare a casa tranquillamente ad ogni ora del giorno e della notte, e non sento mai parlare di scippi o violenze sui mezzi pubblici o per strada. Molti paesi dell’estremo Oriente per ora (e prego e spero e tocco legno) non sono stati toccati dalle recenti paure dovute al terrorismo internazionale. Ed è un dettaglio davvero importante, in questo preciso momento storico.
6 – Gli altri expat sono decisamente rilassati. Sarà l’atmosfera generale di cui dicevo al punto 1, sarà che qui pure i milionari fra un po’ ti girano in ciabatte e braghetta, ma anche gli stranieri (per lo meno quelli che ho incontrato) sembrano essere abbastanza semplici nei loro atteggiamenti. Per capirci, non mi sono ancora capitati i classici atteggiamenti à la Hong Kong, quell’arietta supponente al primo incontro accompagnata dai grandi classici: “Mmm…e dove vivi tu?” / “Mmm…e come mai sei qui?” / “Mmm…e dove lavora tuo marito?”. Sarà che siamo pochi, ma mi sembra che qui si esca insieme perchè si sta bene insieme, senza catalogare le persone in base al pacchetto expat o alla presenza di maid in casa.
Insomma, spero di avervi invogliati almeno un po’ a scoprire la mia bella Formosa!
Veronica, Taipei